Commencal Meta AM 29

Commencal Meta AM 29

A fine 2015, dopo alcuni di utilizzo di una biammortizzata economica e pesante, un bel progetto front in acciaio (di cui vi parlerò prossimamente), una enduro Mde Damper SX, metto in cantiere la costruzione di una nuova full.
Nel frattempo, la mia conoscenza del mondo delle ruote grasse (una volta si usava questa espressione…) e l’esperienza di meccanico amatoriale erano cresciute.
Pur non disdegnando l’attenzione al dettaglio, al componente particolare, all’abbinamento cromatico, credo di essere essenzialmente una persona pratica e, nel mondo della mountain bike, dominato dal marketing più fantasioso ed aggressivo, bisogna avere le idee chiare per fare scelte che durino.
Con queste premesse ho allestito la mia Commencal Meta AM 29

La mountain bike definitiva

Quasi ogni test che leggiamo su riviste cartacee e/o online (con rare eccezioni), ci suggerisce che quella che abbiamo difronte sia la bici definitiva. Se è un’enduro, è anche una scalatrice incredibile ( “sembra avere meno escursione di quella dichiarata”), se è una trail, è anche un’inaspettata discesista (“sembra avere più escursione di quella dichiarata”).
Senza farmi influenzare da queste affermazioni, a dicembre 2015 comprai il telaio di una bici fuori produzione. Nel tourbillon delle dimensioni delle ruote, le 29″ avevano già vissuto il loro momento di gloria. L’industria ciclistica era tutta presa dal lancio delle 27,5″ che dovevano affermarsi nelle discipline più gravity, relegando le 29″al cross country e alle performance velocistiche. E gli innumerevoli e definitivi vantaggi della ruota maggiorata, glorificati fino a pochi mesi prima?

Il telaio – Commencal Meta AM 29

Così per 500,00 € acquistai il telaio (senza ammortizzatore) della Commencal Meta AM 29 con 130 mm di escursione. Fino a pochi mesi prima ne costava 1.400,00. Per inciso, 500,00 € per un bel e robusto telaio in alluminio (con una progettazione non perfetta del passaggio interno dei cavi, come racconto qui) prodotto a Taiwan, mi sembra un prezzo adeguato. Il sistema di sospensione V3 è quello che ha reso famosa e competitiva Commencal nelle gare, con Rachel, Dan e Gee Atherton ed è garanzia di ottima sensibilità e baricentro basso.

La scelta dei componenti

I componenti più importanti di una full sono sicuramente le sospensioni. Forcella Fox 34, Factory Series, kashima incluso, escursione 140 mm, appena uscita di produzione. Offerta presa al volo. Ammortizzatore Fox Float CTD Boost Valve, senza serbatoio (non ci sta nel telaio), comprato usato sul forum tedesco MTB-news.de, dopo un rapido confronto con l’assistenza tecnica di Commencal, per capire se le tarature erano compatibili.
Gruppo (tranne le pedivelle Race Face) Shimano XT: medio livello di qualità ed affidabilità garantita.
Il freno anteriore, in realtà, manifesterà nel tempo qualche lieve perdita d’olio che costringe a spurghi parziali abbastanza ricorrenti.
Quando arrivo alle ruote il budget è un po’tirato. Finora non ho fatto particolare attenzione al peso. Non è il momento proprio adesso di andare tanto per il sottile. Una robusta coppia di ruote Superstar Components.

Montaggio ammortizzatore – Commencal Meta AM 29

Il montaggio ha avuto due momenti soltanto di difficoltà: uno tecnico ed uno esecutivo.
Quello tecnico era dovuto al fatto che la vite di fissaggio dell’ammortizzatore ha filetto M10 con sede di 22,2 mm di lunghezza: E’ una misura non proprio comune e comunque non quella dell’ammortizzatore che avevo comprato. Per installarlo bisognava sostituire i riduttori sull’ammortizzatore. Operazione non impossibile, ma delicata. Il rischio è quello di rovinare il corpo dell’ammortizzatore nell’estrarre il “vecchio” riduttore, oppure di rovinare le boccole DU, inserendo i nuovi riduttori.
Infatti, le boccole, che accolgono i riduttori attraverso cui passa il perno di fissaggio, sono rivestite internamente di un materiale resistente che ne agevola lo scorrimento. Questo permette all’ammortizzatore di accoppiarsi perfettamente ai suoi perni e muoversi su di essi. Ogni irregolarità della superficie di questo materiale, dovuto anche alla normale usura da utilizzo, comporta un gioco nel funzionamento della sospensione.
Fortunatamente Racing Bros non ha deluso le aspettative.

Montaggio cavi interni – Commencal Meta AM 29

La seconda difficoltà è stata quella del passaggio cavi e guaine all’interno del telaio. Senza cavi-guida preinstallati e senza l’aiuto di kit specifici, c’è voluta un po’ di pazienza. Soprattutto la zona di passaggio scatola movimento centrale/carro posteriore. Alla fine, come spesso succede, la fortuna ha dato più risultati della perizia.

Range di utilizzo

Nello scegliere una mountain bike andrebbe considerato attentamente l’utilizzo reale che se ne farà, più che le intenzioni e i desideri, inteso in senso di capacità tecniche e disponibilità di percorsi.
Per questo ritengo che la mia Commencal Meta AM 29 sia stata una scelta azzeccata. Nelle diverse aree di utilizzo che abbiamo affrontato insieme.
In bike park: non è il suo terreno ideale e neppure quello dove le sue sospensioni ad aria vogliano passare troppo tempo, ma mi ha fatto divertire in sicurezza.
Le giornate in furgone: una schiacciasassi sul tecnico, prende bene velocità e malgrado sia una 29″ gira bene nelle curve strette.
Sui tipici sentieri liguri intorno a casa: sale bene sullo sconnesso e ti offre sempre una soluzione per cavarti d’impaccio.
Durante i tour alpini ( per esempio durante il Tour del Monte Bianco): compagna infaticabile, sempre pronta ad affrontare con disinvoltura situazioni e fondi diversi.
La sigla AM si rivela corretta e trova conferma. Una vera All Mountain.

E’ ancora una bici attuale?

Personalmente ritengo proprio di si. Dopo un paio di anni le 29″ sono tornate prepotentemente ed hanno occupato tutto lo spettro del gravity (dalle trail bike alla DH). La Meta 29 è tornata in listino.
Le geometrie, però, sono cambiate. Di anno in anno le bici sono sempre più basse, lunghe e con angoli dannatamente aperti. Con 68° di inclinazione del cannotto sterzo non credo che in realtà mi manchi nulla. Il tubo verticale a 72,5° è sufficientemente centrale per pedalare con efficacia.
E’ vero che, prima le bici seguivano nella loro evoluzione le difficoltà dei sentieri, rendendo percorribili sentieri prima considerati inagibili, mentre ora, la diffusione della pedalata assistita e il gran numero di trail builders diffusi sul territorio hanno fatto sì che, talvolta, i sentieri vengono adattati alle capacità delle bici. Tuttavia rimangono sempre pochi i campioni del mondo che li percorrono.
Aldilà delle mode, se c’è una cosa che cercherei, in una nuova bi-ammortizzata, sarebbe qualche chilo in meno.



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