Gravel nel Monferrato: ghiaia, vigne e big bench

Strada bianca verso Lu Monferrato
Salendo verso Lu Monferrato

Gravel! Gravel! Ed ancora gravel! Nel senso letterale di ghiaia. Tantissima ghiaia, su questo percorso. Abituato ai percorsi liguri, single track stretti, pieni di rocce e radici, avevo bisogno di un po’ di strade bianche, ampie e coperte di ghiaia. E in questo giro gravel nel Monferrato ho trovato quello che cercavo.
Il percorso che vi racconterò (affrontato domenica 10 aprile) è una rielaborazione della Monsterrato, manifestazione gravel che quest’anno celebrerà il suo sesto anniversario. Domenica 4 settembre si svolgerà la manifestazione cicloturistica, preceduta al sabato, sugli stessi percorsi, dalla gara. Questa sarà l’unica tappa italiana delle neonate UCI Gravel World Series.
Partendo dalla traccia del 2019, ho aggiunto il passaggio a due delle numerose Big Bench locali e tagliato una parte del percorso originario, per mantenere il chilometraggio totale non troppo oltre i 100 km.

Gravel nel Monferrato: prima parte

A causa di una interruzione sulla strada tra Lu e Conzano, ho dovuto modificare il luogo di partenza del mio percorso gravel nel Monferrato. Non Camagna Monferrato, come previsto, ma Occimiano.
La stessa chiusura, sul lato opposto, non superabile in nessun modo perché riguardava un piccolo ponte sul torrente Grana del Monferrato, ha condizionato la parte finale del mio giro, impedendomi di chiudere l’anello nel modo previsto.
Da Occimiano, si abbandona subito l’asfalto e si attraversano i campi della pianura alessandrina. La bici vibra vistosamente. Il fondo presenta diverse buche, la ghiaia è di pietre grosse. Non ci si può distrarre. Levo un po’ di pressione all’anteriore.
L’andamento è in gran parte pianeggiante. Fanno eccezione un breve strappo su asfalto per raggiungere Pomaro Monferrato ed i bellissimi tornanti sterrati che portano a Monte Valenza. Trovo queste 7 curve che salgono dall’argine del Po semplicemente stupende.
Ad un certo punto, sulla destra, all’orizzonte, le Alpi innevate. Non mi oriento. Mi aspetterei il Monviso, ma quella, chiaramente, non è la sua sagoma. Sono indeciso tra Gran Paradiso e Monte Rosa. Nel dubbio ammiro, attonito.
Dopo 27 km inizia la prima salita vera di giornata. Comincia a fare caldo, mi levo guanti e gilet. La ghiaia spessa rende la pedalata difficile. La pendenza è dolce. Più dolce di quella della Piemont Gravel, nelle colline delle Langhe. Sarà così anche nel resto del percorso.

Da Lu Monferrato a Quargnento

Si arriva a Trisogli, si lambisce Lu Monferrato e si riparte in discesa, per disegnare ancora una specie di U, schiacciando ghiaia, ammirando i campi di lavanda (ancora da fiorire), gli alberi di nocciole, le viti ordinate, i paesi adagiati sulle dolci colline, costruiti con la pietra da cantoni, silenziosi custodi degli antichi Infernot.
Il passaggio nella pianura intorno a Quargnento è quello, probabilmente, con i maggiori tratti asfaltati.
Sarà la magia di quanto visto finora, saranno i colori della primavera, la temperatura ancora fresca che tiene lontane le zanzare, le strette stradine secondarie tra campi in fiore e maneggi, il cielo azzurro terso, ma mai avrei potuto immaginare di godere di una gioia insensata ed olistica, pedalando in questo angolo alessandrino. Soprattutto essendo stato diverse volte in passato, per lavoro, in questi luoghi al confine tra la civiltà ed il nulla, tra grigie brume invernali e calore estivo che rosola i peli della barba, non appena esci dall’auto.
Nella deserta piazza di Quargnento, di fronte alla bella Basilica di San Dalmazio, mi fermo a mangiare il mio panino ed a riposarmi un po’.
Vorrei riempire le borracce alla fontana, ma non ne esce una sola goccia d’acqua. Comincio ad avere la gola secca. Sono tre ore e mezza che mangio polvere.

La Parrocchia di Quargnento
Pausa pranzo a Quargnento

Le due Big Benches

Da Quargnento si ricomincia a salire, sempre su strada bianca, verso Cuccaro Monferrato. Costeggio la tenuta del grande Nils Liedholm, che qui si ritirò terminata la carriera di allenatore.
Continuo a guardarmi intorno, alla ricerca di fontane o di un bar, ma i centri abitati vengono solo sfiorati dal percorso. Non voglio allontanarmi dalla traccia. Fortunatamente, in un breve passaggio su asfalto, passo a fianco al cimitero di Cuccaro Monferrato. “Ci deve essere l’acqua, per i fiori…” penso. Il cancello è aperto. Una fontana con ben due rubinetti.
Dopo non molto, abbandono il tracciato originario e seguo il percorso per la Big Bench n. 133. I tratti aggiunti alla traccia dal sottoscritto sono più erbosi e quindi comodi da pedalare. Piacevole e varia questa modifica, rispetto alla ghiaia, calpestata finora.

Sentiero nei prati del Monferrato
Un po’ di fondo morbido, dopo tanta ghiaia e terra dura

La vista da questa Panchina Gigante è bella, ma non aggiunge molto ai panorami visti finora.
Scendo dalla collina su un sentiero segnato, ma evidentemente non troppo frequentato, letteralmente in mezzo ai vigneti.
Rientrando sull’asfalto, alle porte di Fubine, finalmente una fontana, ma ormai è tardi.
Risalgo verso Vignale Monferrato, convinto che sia Camagna. Devo aspettare ancora tre quarti d’ora per la seconda Big Bench, la n. 119, ed una risalita piuttosto ripida su una strada mal asfaltata, a schiena d’asino, pedalando preciso per non perdere energie per uscire dalle buche profonde.
La vista da questa panchina è bellissima: Vignale e Camagna alle spalle, il Monte Rosa (ecco cos’era…) ed il Cervino in fronte.
Scendo ai piedi di Conzano. Uno sterrato di 3 km, prima di girare indietro e prendere la direzione di Occimiano. Sono al km 95, pedalo da circa 6 ore e comincio ad essere un p0′ stanco.

Gravel nel Monferrato: l’ultima salita

L’imprevisto arriva alla fine di questo mio giro gravel nel Monferrato. Mi trovo di fronte l’interruzione stradale di stamattina. Dall’altra parte delle barriere.
Cerco una soluzione per non dover ancora salire in collina. Basterebbe tornare indietro per qualche chilometro e tirare dritto, ma sono stanco e poco lucido. Alla fine mi faccio aiutare da Google Maps, risalgo a Cuccaro e scendo su asfalto fino ad Occimiano.
Stanco, ma soprattutto assetato, risalgo in macchina alla volta di Genova, contento di aver scoperto finalmente (dopo anni di frequentazioni per lavoro) il Monferrato: un parco giochi senza fine per la bicicletta gravel!



<

Download file: MonferratoGravel.gpx/p>

2 Risposte a “Gravel nel Monferrato: ghiaia, vigne e big bench”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Don`t copy text!