Giro d’Italia 2021 – le pagelle

Giro d'Italia 2021 - le pagelle
In onore del Giro d’Italia.

La Corsa Rosa è appena terminata: 21 tappe, 3.410 km., distribuiti nelle classiche tre settimane, tipiche dei grandi giri.
Al di là delle classifiche ufficiali, ecco le mie pagelle del Giro d’Italia 2021.

EGAN BERNAL: 9

Ha conquistato la Maglia Rosa vincendo la tappa di Campo Felice, il giorno dopo aver dichiarato che sarebbe stato troppo presto e troppo rischioso portare la maglia di leader. Aveva ragione.
Mentre la condizione lentamente lo abbandonava, deve metà del successo alla super squadra che lo ha sostenuto.
Ha attuato una tattica di gara intelligente, quella che serve per vincere le corse a tappe. Sempre lucido e sincero nelle dichiarazioni di fine tappa.
Peccato il suo paese natale, la Colombia, viva un momento politico e sociale molto difficile. Festa popolare in patria probabilmente rimandata.


DAMIANO CARUSO: 10

Non solo ha fatto il suo miglior Giro d’Italia. Ha anche vinto per la prima volta una tappa, tagliando per primo il traguardo all’Alpe Motta, regalandoci palate di emozioni in una fuga al cardiopalma.
Lo ha fatto senza una squadra, decimata dalle cadute. Ha usato tutta l’esperienza di una carriera da corridore solido, concreto e, soprattutto, genuinamente umile. Quando il penultimo giorno, Pello Bilbao lo ha aiutato in salita, lui ha ringraziato e si è preso la vittoria.

SIMON YATES: 7,5

L’inglese che non ama la pioggia si nasconde per due settimane e soffre quando si arriva sulle Alpi.
Due fiammate non bastano ad impensierire il leader.
Quando è in giornata ( come all’Alpe di Mera) entusiasma ed illude di poter riaprire il Giro d’Italia.
Anche per lui, squadra quasi assente: Nieve si stacca regolamente in salita quando l’azione entra nel vivo. Tanel Kangert è solo un lontano parente di quello che vestiva la maglia della Astana.

JOAO ALMEIDA: 7

Corridore di talento, ma non si è capito quale corsa volesse fare e quali siano le caratteristiche sulle quali volesse puntare per provare a vincere questo Giro d’Italia 2021.
Dopo aver preso 6 minuti nella prima tappa di montagna a Sestola, cerca l’attacco negli arrivi in salita dell’ultima settimana.
E’ migliorato in salita, rispetto a quando, l’anno scorso, perse la maglia rosa sull’ascesa allo Stelvio, ma è pur sempre un passista che si sa difendere durante le ascese, non certo uno scalatore.
Alla fine, buona volontà, grinta, tanti piazzamenti di tappa, ma idee poco chiare.

FILIPPO GANNA: 10

Gli affidano due compiti: vincere le cronometro e tirare la sua squadra nei tratti ad alta velocità.
Lo fa. Con la potenza, la classe e la lucidità di un grande campione.
Un treno che da spettacolo sulle strade del Giro d’Italia 2021, veste la Maglia Rosa per tre giorni e sconfigge anche la sfortuna di una foratura nella crono finale di Milano.

REMCO EVENEPOEL: 4

Con un gioco di parole ispirato al suo cognome, lo possiamo definire evanescente.
Caricato di troppe responsabilità dalla squadra, dopo l’assenza totale dalle gare a seguito della caduta all’ultimo Lombardia, deve ancora dimostrare di meritarsi tutte le attenzioni che gli vengono dedicate.
Fuori classifica, ancora una volta cade in discesa (per una paura probabilmente ancora non completamente vinta) e si ritira.

BETTIOL – FORTUNATO – NIZZOLO: 8

Prima vittoria al Giro per questi tre corridori.
Bettiol vince a Stradella come fosse al Fiandre: schianta tutti sulle colline dell’Oltrepò e dedica con commozione la vittoria al suo manager mancato l’anno scorso.
Fortunato corona il suo sogno e quello della sua squadra, la Eolo Kometa, formazione Pro-Team all’esordio assoluto in una grande corsa a tappe, vincendo sullo Zoncolan. Versante di Sutrio, purtroppo.
A Nizzolo, dopo due Campionati Italiani, mancava solo la tappa al Giro d’Italia per consacrarsi. Ci prova più volte e ci riesce finalmente a Verona, in casa di Viviani.

VINCENZO NIBALI: 6

Arriva al Giro non in buone condizioni a causa di un infortunio in allenamento e all’età di 36 anni si mette al servizio di Giulio Ciccone, giovane capitano designato. Va in fuga, tentando il colpaccio nella tappa di Cortina, il giorno dopo una caduta in cui è stato coinvolto insieme a Ciccone.
Non si ritira. Ha il coraggio di continuare. La voglia di arrivare alla fine. Il gusto e l’intelligenza di capire che abbandonare il Giro, sminuendone l’importanza, vuol dire sminuire l’importanza anche delle sue due vittorie.

METEO: 4

Inteso come clima e non come previsione. Ha il demerito di voler far di testa sua e, nell’era del riscaldamento globale, porta il freddo oltre i 2.000 m. Così il Giro non sale né sul Fedaia né sul Pordoi, due tra le montagne più attese, nella tradizionale (poi accorciata) tappa dolomitica. Visto che tra corridori ed organizzazione si rimpallano la responsabilità della scelta, non rimane che dare la colpa al meteo.

FABIO GENOVESI: 3

Nella squadra dei commentatori Rai da alcuni anni, la sua voce melliflua è insopportabile. I suoi interventi cultural-enogastronomici mancano di originalità. Vorrebbe creare l’atmosfera e suscitare curiosità: non ci riesce.
Rimane un mistero quali meriti letterari o quali specifiche competenze ciclistico-sportive lo abbiano portato lì.

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