Gravel dei Campionissimi – short edition

Paesaggio agricolo dei Colli Tortonesi, durante il giro gravel dei campionissimi
Paesaggio primaverile sui Colli Tortonesi

E’ uno strano destino quello delle mie uscite gravel sui Colli Tortonesi. Tutte le volte, qualche intoppo mi impedisce di completare il tracciato previsto.
Questo giro gravel dei Campionissimi doveva essere più lungo di almeno una ventina di chilometri, ma un banale contrattempo elettronico mi ha indotto a ridurne la lunghezza ed evitare qualche tratto sterrato.
Pedalare sulle stradine secondarie, arrampicarsi sugli sterrati ripidi di questi colli dalla dura terra bianca (meglio evitare le giornate fangose) è come girare indietro le lancette del tempo, immaginarsi a fianco di Costante Girardengo e dei fratelli Fausto e Serse Coppi durante i loro allenamenti.
E’ in questo triangolo di terra, tra Alessandria, Tortona e Novi Ligure, che nella prima metà del ‘900 si fece la storia del grande ciclismo e delle grande biciclette (come non ricordare la mitica Maino di Alessandria, bici e squadra di Girardengo per tanti anni e prima bici da competizione di Fausto Coppi).
Ed è su queste colline che la bici gravel ti permette di vivere l’essenza vera del ciclismo, quando la polvere ed il fango erano normali condizioni di manutenzione delle strade.

La traccia

La traccia, da me chiamata gravel dei Campionissimi, è una variante del percorso della Mitica Castellania, quando questa manifestazione, una ciclostorica nata una decina di anni fa, fece parte del circuito Gravel Road Series nel 2017.
Mentre l’originale parte ed arriva a Castellania, la mia versione parte da Cassano Spinola, paese dove riposa Costante Girardengo, il primo Campionissimo del ciclismo italiano. Dopo aver attraversato Castellania, il rientro è ancora su Cassano Spinola.
Mi piaceva l’idea di rispettare, nel dipanarsi del percorso, la cronologia della storia.

Gravel dei Campionissimi: Castellania

Arrivato a Sant’Agata Fossili, dopo circa 5 km e mezzo di asfalto, ecco il primo sterrato: un single track in discesa tra i prati ed un breve tratto di boscaglia. Neanche un chilometro e sono nella frazione di Sant’Andrea.
La rampa che segue, superata la tenuta agricola di Marina Coppi, arriva dritta in piazza a Castellania. Una sosta è d’obbligo. Uno sguardo al Mausoleo dei fratelli Coppi, una foto con Fausto e si riparte verso il punto più ripido del percorso, quello che speravo di non dover affrontare.
E’ il percorso dei calanchi, un tratto sterrato di 5 km che porta da San Alosio fino sotto al Monte San Vito.
Qui il fondo presenta tratti di ghiaia grossa ed una salita che, dopo un inizio agevole, tocca punte al 14-15%. Conoscendo cosa mi aspettava, pensavo di riuscire a superarlo senza incertezze. Anche questa volta, invece, ho dovuto mettere piede a terra per prendere fiato, mentre mi superano due mountain bike a pedalata assistita.

Lo sterrato di Dernice

Sceso da San Vito a Garbagna, si risale fino a Dernice, sul versante opposto del torrente Grue. E’ una strada secondaria, dal fondo asfaltato in buono stato. Si sale bene, anche se non manca qualche breve tratto più impegnativo. In 12 km, tra salita a Montebore (luogo di nascita del “resuscitato” formaggio che ne porta il nome) e discesa su Dernice, non ho incontrato una sola auto.
Passato il paese, si torna sullo sterrato. Si sale fino al Monte della Croce. E’ un susseguirsi di saliscendi, fino alla discesa finale, a tratti ripida, pietrosa e scavata, che porta alla località di Valle Scura.
E’ nel bosco prima della discesa che mi accorgo che il power bank, che ho portato per caricare il cellulare su cui stavo seguendo la traccia, non sta caricando. Attacco e stacco il cavetto alcune volte. Nulla.
Guardo la traccia con l’intento di individuare e memorizzare un percorso, solo su asfalto, che mi riporti alla macchina a Cassano Spinola.

La seconda parte su asfalto

Il passaggio sulla costa collinare, dove si trova l’Osservatorio Astronomico di Casasco e la Big Bench n.129, mi ripaga con un bellissimo paesaggio del sacrificio di aver tagliato e reinventato un pezzo di percorso.
Una volta rientrato a Garbagna, posso passare in Val Barbera e, se trovo il bivio per Sorli, riprendere l’ultimo tratto della traccia.
Per uscire dalla Val Grue bisogna risalire per poco più di 100 m di dislivello, superare la galleria Brentassi e quindi si entra in Val Borbera.
Dopo qualche chilometro su un veloce falsopiano, trovo il bivio per Sorli senza nessuna difficoltà. Risalgo ancora in collina. La pedalata è buona, il meteo è stato clemente in questo periodo di piogge frequenti. Il rammarico di non aver completato il percorso previsto torna a farsi sentire.
Passo Sardigliano, in una inattesa posizione di mezza collina e scendo su Cassano.
Le strade sono molto poco frequentate, movimentate di curve e qualche saliscendi. A tratti il panorama è spettacolare.
I Colli Tortonesi meritano sicuramente un’altra visita. Arriverà l’ora del gravel dei Campionissimi – long edition. Soprattutto ora che ho imparato che alcuni power bank hanno il tasto di accensione…

Download file: GravelDeiCampionissimi-Colli_Tortonesi.gpx

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